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ALBERI SIMBOLICI FIGURATI

 

iconografia

 

 

 

Già Raimondo Lullo (1233-1315),  in una delle sue opere aveva disegnato un “Arbor principiorum et Graduum Medicinae” (Fig. 1) in un ambito parascentifico, ma è con Bonaventura da Bagnoregio (1217-1274) che, in un componimento poetico dedicato alla passione di Cristo, propone il celebre “lignum vitae” come carmen figuratum della passione (Fig. 2 in Ms Arundel 83 1, 1300-1320 e Fig. 3 in “Opera Omnia”, T VIII, Quarracchi 1898) ove la croce è interpreta come un albero mistico.

Segue tutta una serie di alberi simbolici figurati dal 1300 al 1600: Arbor virtutum, Arbor viciorum, Arbor amoris, Arbor vitae, Arbor sapientiae, Arbor passionis domini.

Ecco un “Arbor amoris” (Fig. 4) conservato alla biblioteca universitaria di Olmütz con le varie stazioni che si richiamano alla gerarchia celeste stabilita da Dionisio Areopagita (secolo V-VI) nel trattato “sui nomi divini”, ovvero, partendo dal basso, mobile (risus), incessabile (continencia), calidum (arbor), acutum (contemplacio), fervidum (liquefaccio), superfervidum (defectus), inaccessibile (mentis alienacio), racionis (excecacio).

Un altro “Arbor amoris” conservato presso la biblioteca universitaria di Graz (Fig. 5), ha struttura consimile.

Alla biblioteca nazionale di Vienna è conservato questo “Arbor vitae” proveniente dalla Toscana e databile verso il 1340, che si richiama al Lignum vitae di Bonaventura (Fig. 6) con le figure adoranti dei profeti Enoch ed Elia.

Un “Arbor sapientiae” è conservato presso la biblioteca Hessische di Darmstadt e presenta in realtà quattro alberi: al centro nei cartigli superiori leggiamo “Arbor sapientiae, sic volo, sic iube, sic ayo iure meo, sapientia, santa trinitas” /jubeo/ ayo/ santa , cui seguono in ordine discendente le discipline medioevali della Filosofia del Trivium e  del Quadrivium, ovvero: filosofia (ordinans mundum), grammatica (orthographia), logica (argumentum), retorica (ratio), musica (organum), geometria (trigonus), aritmetica (calculus), astronomia (horospicum/   haruspicium). (Fig. 7)

Un altro “Arbor Sapientiae”, nella biblioteca nazionale di Vienna, ha la struttura derivata da quella del carme IX di Porfirio, come del resto quasi tutti gli altri alberi e si richiama all’“Arbor Philosophiae” di Teodulfo di Orleans sulle sette arti liberali (Fig. 8).

Una variante dell’“Arbor sapientie” conservato alla Bayerische Staatsbibliothek di Monaco ove sono conservate altre composizioni mistiche figurate: “Turris sapientie, arbor prophetarum, arbor decen legis mandatorum, arbor virtutum, ecc…”. (Fig. 9)

Alla Hessische Landesbibliothek di Darmstadt è conservato un “Arbor passionis domini” ove nei cartigli centrali porta le serie di stazioni della passione: “Christus Pilato traditus, flagellatus, crucem portans, crucificsus, emittens spiritum, de cruce depositus, sepultus” e nei cartigli a sinistra le ore monastiche: “mattutina, prima, terzia, sexta, nona, vespera, completorium”. (Fig. 10)

Altre due varianti di “Arbor passionis” sono alla biblioteca di Monaco ed alla biblioteca nazionale di Vienna. La seconda, di gran lunga la più elegante in stile gotico fiorito, si basa sull’immagine di un albero sottile con tralci simili a quelli della vite. Sono ben conservate le scritte illustranti le sette ore monastiche in cui era divisa la passione e le corrispondenti stazioni. (Fig. 11 e 12)

Presso la biblioteca del seminario vescovile di Reggio Emilia è conservato il “Liber Figurarum”, manoscritto del secolo XIII di Gioachino da Fiore (1130 ca. – 1202 ca.), ove compare un “secondo albero dell’umanità: da Adamo alla seconda venuta di Cristo” che illustra la concezione ciclica della storia, propria di Gioachino, distinta in tre età corrispondenti alla instaurazione dei regni di ciascuna delle tre persone della trinità. (Fig. 13)

Sul tema dell’Arbor, Samuel Norton in “Alchymiae complementum et perfectio” del 1630, ci offre questo “Arbor philosophica generalis seu universalis, indicans præparationes corporum tam perfectorum, quam imperfectorum”, che è in sintesi un trattato di chimica alchemica. (Fig. 14)

Infine ecco l’albero della vita di Leonhart Thurneisser zum Thurn dal titolo “Quinta essentia” (1574) di analogo argomento. (Fig. 15)

Infine non possiamo ignorare che il pavimento della cattedrale di Otranto, consacrata nel 1088, è intieramente ricoperto nelle sue tre navate da un gigantesco mosaico del 1165, che illustra tre alberi, quello maggiore e centrale poggiante sopra un elefante, i cui rami esauriscono totalmente lo spazio ecclesiale, un capolavoro nel quale temi cristiani si fondono con miti di origine germanica.

 

 


 
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