MUSICA FIGURATA
Numerosi sono gli esempi di musica figurata dal 1300 al 1600. Nel Codex Chantilly (1047), raccolta di canzoni e mottetti, compilata verso gli anni 1370 – 95, troviamo questo canonic rondeau “Tout pas compas” di Baude Cordier, soprannome di Baude Fresuel, suonatore di arpa alla corte di Filippo Duca di Borgogna. La data di composizione oscilla tra il 1384 e il 1398 e siamo nel periodo della Ars Nova, Ars magis subtiliter, di Guillaume de Machaut. Sia il testo che la lunghezza della composizione, 33 “tempora” (un “tempus” è il rapporto fra breve e semibreve ovvero tre semibrevi nel tempus perfectum) quanti furono gli anni di Cristo, sono metafora della perfezione. (Fig. 1) La forma circolare della composizione implica che ogni punto può essere quello iniziale e che l’esecuzione possa protrarsi all’infinito. Da questo punto di vista, ciò presenta analogie con “Vexations” (1892-3) di Erik Satie, costituite da un breve tema per pianoforte, che deve essere ripetuto 840 volte, creando, dopo circa 60 ore di esecuzione una innegabile suggestione psico-estetica. Un altro spartito circolare è il “Sive lidium in sinemenon” (Bibl. Naz. di Firenze, MS Banco Rari 229, Fol. 3V) di Bartolomè Ramos de Pareva (1440 – 1491). (Fig. 2) Il compositore olandese Adam Gumpelzhaimer (1559-1625) è autore di uno spartito a forma di croce, più quattro canoni circolari, due per lato, una struttura piuttosto complessa a 6 ed 8 voci (Fig. 3). Lo stesso è autore di altri canoni sempre a forma di croce, uno dal titolo “Oriens” è a 9 voci. (Fig. 4) Un altro carme è a 4 voci sempre a forma di croce, del compositore svizzero Ludwig Senfl (1486-1542), maestro di cappella della corte imperiale e poi della corte di Baviera, eminente autore della scuola polifonica fiamminga. (Fig. 5) Dell’olandese Nicolaes Bodding è un canone a scacchiera (Fig. 6) e infine di Ghisilinus Danckerts il mottetto “Ave malis stella” a quattro voci, detto anche a indovinello, composto verso il 1549 in Olanda. (Fig. 7) Ad un genere di musica figurata astratta appartiene il celebre canone a specchio della “offerta musicale” (1747) di Bach (Fig. 8) (e detto pure canone cancrizzante). Analoga forma a specchio è pure un inserto nel quintetto per strumenti a fiato opera 26 di Arnold Schoenberg. (Fig. 9) I musicisti contemporanei spesso compongono spartiti che sono veri e propri disegni tecnici. Eccone uno di Paolo Castaldi dallo spartito di “Tendre” (1962) (Fig. 10) ed un altro di Sylvano Bussotti da “La passion selon Sade” (1965-66). (Fig. 11) L’americano Tom Johnson ritorna in “Simmetrie” (1980) (Fig. 12) all’idea bachiana del canone a specchio. Infine della poetessa romana Elisabetta Gut ecco uno spiritoso esempio di “Musica Impazzita” (1983). (Fig. 13)
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