Un
ritratto - Ferruccio Cajani
Ferruccio Caiani per me è
un luogo Luogo in cui tornare quando stanco della greve seriosità dei tempi desidero
un sorriso accennato quasi un ghigno una burla o uno sberleffo
Con postura regale a
dispetto degli anni il profilo leonardesco più che figura umana lo trasforma
in stampa preziosa e antica un po’ ingiallita su inchiostro rosso Rosso come
l’acume del suo sguardo obliquo vigile eppure perso nel vuoto di un punto
indefinito occhi votati alla quasi cecità
Lo ricordo dunque come egli
mi ha intravisto incerta figura mobile fra le ombre
Restava la voce la mia
titubante perentoria la sua
Nulla posso dire della sua
arte nonostante i graditi preziosi regali un libro e un quadro ma dai
colloqui o dalle battute fulminanti emergeva quell’ “oltre” destino dei grandi
territorio raggiunto da qualcuno con fatica da altri con leggerezza
Ferruccio aveva un naturale
talento per quell’oltre
Era a casa sua in quel
territorio di ironia e di segni dove la folgorazione di
immagine e parola si cristallizza con naturalezza e prende la forma di
purissima poesia verbo-visiva
Giovanni Giangrande
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