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Patrizia Vicinelli by Maurizio Spatola
Besides six visual poems by her which appeared at different times on different publications (her book a,a.A, published by Lerici, the catalogue of the exhibition Scrittura visuale in Italia 1912-1972 set up at the GAM of Turin by Luigi Ballerini, the anthology C/O published in 1984 by Franco Beltrametti and Vicinelli herself, number 71 of the magazine “Doc(k)s” published/ edited by Julien Blaine in 1995), our issue includes the text of the item concerning her in the Autodizionario degli scrittori italiani published in 1989 by Leonardo, edited by Felice Piemontese: an autoironic text written by Patrizia using the third person singular, in perfect imitation of the encyclopaedic style, with a for us pathetic final sentence in which, about two years before her death, the Bolognese poetess forecasts for herself “a surely brilliant future”.
Biobibliographic notice
Patrizia Vicinelli was born in Bologna in 1943 and died there on 9th January 1991. In the sixties she worked with Aldo Braibanti and Emilio Villa.At the La Spezia “convegno” of 1966 she joined Group 63 . She contributed to magazines “EX”,”Quindici” , “Che fare”, “Marcatrè”, “Alfabeta”. Her visual poetry (partly collected in à, a. A, Lerici 1967 – vedi www.archiviomauriziospatola.com section Audiovideopoetry) has been exhibited all over the world, from Milan to New York, from Tokyo to Venice and San Francisco; her phonetic and sound poetry can be listened to in various recordings. As an actress she took part also in several vanguard films by artists such as Alberto Grifi and Gianni Castagnoli. Her last books were Apotheosys of schizzici woman (Tau/ma 1979) and the poem Non sempre ricordano (Ælia Lælia, 1986). A former anthology of her works, edited by Renato Pedio, had been published by Scheiwiller in 1994.
foto di Alberto Grifi
Patrizia Vicinelli Famosa scrittrice nata negli anni Quaranta, manca di epistemologi decenti. Assai nota come lettrice dei testi da lei stessa scritti, nota come donna di grande fascino (tra i suoi amanti Nanni Cagnone – scrittore, Alberto Grifi – cineasta, Gianni Michelagnoli – mercante d'arte nonché padre della primogenita Anastasia, e da quindici anni Gianni Castagnoli – artista tuttofare, nonché padre del secondogenito Giò, ecc.), mancano su di lei note di rilievo culturale in grado di simbiotizzare la sua strana dicotomia creativa, riassunta nell'assioma "vita uguale opera". Questo assunto, molto difficile da ipotizzare negli anni Sessanta – anni in cui la nostra cominciò ad operare e ad essere riconosciuta dalle fonti ufficiali del pensiero d'avanguardia attraverso il Gruppo 63, e prima con la rivista «EX» di Emilio Villa – è stato a lungo combattuto in modo anche feroce da teorici della scrittura quali Antonio Porta, Guglielmi il critico, Giuliani lo scrittore e altri che preferisce non nominare, dato che, per la produzione della Vicinelli degli anni Sessanta, fanno riferimento ai Calligrammes di Apollinare, e, quando vanno al massimo, ai "futuristi". Scrittori emergenti come Gianni Celati e lo stesso Francesco Leonetti introduttore del suo Non sempre ricordano, parlano di grandi capacità interpretative, per quanto Leonetti faccia riferimento anche a Campana. Una esecutrice-attrice con doti straordinarie di coinvolgimento del pubblico, e qualsiasi giudizio di valore viene rimandato. È che si rifiuta di riconoscere una parte integrante dell'uomo, quella del darsi. E farlo di fronte a chiunque, lo può fare solo colui che ne acquista diritto per il suo background di vita. Non si vanta delle sue molteplici esperienze, a lei piace così, ma ama raccontare quelle che lei chiama le sue avventure, come farebbe un vecchio esploratore che racconta al child, magari ai children, le sue avventure da giovane. Ma è tendenza per la vita, non qualcosa che riguarda la gioventù, come si potesse smettere di essere quello che si è, a un certo punto. Così è bello vedere inchiodate le persone a un tavolo e seguire i racconti della Vicinelli sulla prigione, sulle rivolte, sugli aborti, sugli amori, sulla persecuzione poliziesca, sulla lunga droga, durante la quale la figlia Anastasia ha avuto grande rilievo per la definitiva presa di coscienza e "resa" di fronte a una realtà estremamente dura e persecutoria. Vive coi soldi dei due padri dei rispettivi figli, perché si è sempre rifiutata di fare qualsiasi cosa. Chissà perché. Naturalmente ha pubblicato libri, sempre senza alcun compenso, salvo le 50.000 di allora di Lerici (a,à.A,, 1967), nulla da Tau/ma (Parmiggiani e Diacono), nulla dal Poema epico. Mostre di poesia visiva ovunque e dischi di poesia fonetica
e sonora. Molto complessa esistenzialmente la sua vita, è sempre o quasi
di ottimo umore e molto fiduciosa in un futuro che si prospetta sicuramente
radioso.
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